Collegio Architetti e Ingegneri di Monza

5 maggio 2016 – ore 19,00 “Spazio Garibaldi” piazza Garibaldi 2-4, Monza 
Published on Aprile 24th, 2016 | Category: INCONTRI ED EVENTI, NEWS

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New Natural Scapes.  L’ ex idroscalo di Pavia come macchina per dialogare con la natura.

a cura degli arch Valentina Raccis e Anna Tafi

Continua il ciclo dedicato a giovani architetti e ingegneri, che invitiamo nella nostra sede perché possono presentare le loro tesi di laurea  per condividere anche  fuori dagli atenei il lavoro di ricerca svolto.Il secondo incontro, giovedì 5 maggio, è dedicato a un progetto di  recupero dell’idroscalo di Pavia. L’ edificio inaugurato il 1º aprile 1926 era un punto di rifornimento per gli idrovolanti  che percorrevano la linea Torino – Venezia – Trieste. Posto sulla riva del fiume Ticino, è stato abbandonato da tempo e versa in uno stato di degrado. Realizzata da  Giuseppe Pagano Pogatschnig, la struttura dell’idroscalo era relativamente semplice: consisteva in un hangar con finestre sui tre lati, edificato su piloni in cemento armato poggianti sul greto del fiume. L’attracco degli idrovolanti avveniva al termine degli scivoli che consentivano le operazioni di sbarco e imbarco dei passeggeri e l’eventuale ricovero del velivolo all’interno dell’hangar.

A fine incontro verrà offerto un piccolo rinfresco e se pensate di partecipare potete inviare una mail a segreteria@arching-monza.it  per conferma, facilitandoci nell’organizzazione.

New Natural Scapes.  L’ ex idroscalo di Pavia come macchina per dialogare con la natura.

 Il progetto di tesi propone un intervento sull’ex idroscalo di Pavia, edificio inaugurato il 1º aprile 1926 e fortemente voluto da Benito Mussolini per dotare la città di un punto di rifornimento per gli idrovolanti che percorrevano la linea Torino – Venezia – Trieste. Questo edificio industriale posto sulla riva del fiume Ticino, ambiente naturalistico altamente interessante, è stato abbandonato ormai da tempo e versa in uno stato di degrado che ha visto la natura prevalere sull’artificio riconquistandone gli spazi. E’ da questa immagine che nasce l’idea di tesi: una natura che attraversa trasversalmente l’edificio andandosi a legare profondamente con esso senza che nessuno dei  due prevalga sull’altro è un pensiero stimolante su cui basare il progetto. La natura diventa così principio progettuale che attiva all’interno e all’esterno dell’edificio una serie di destinazioni d’uso che variano con la stessa ciclicità delle stagioni e del clima. Il progetto viene quindi dotato di un ciclo vitale che come una pianta modifica sé stesso nel tempo. Esso predispone all’interno dell’idroscalo di Pavia uno spazio totalmente aperto atto a dialogare e a porsi in continuità sia fisica che visiva con la “natura che entra”, grazie alla quale vengono creati nuovi scenari ambientali. Una suggestione molto forte proviene quindi dal luogo in cui l’Idroscalo di Pavia si colloca: il Parco del Ticino e tutti gli aspetti naturalistici che lo caratterizzano. La terra, l’acqua, il cielo diventano così gli elementi da percepire, sentire, osservare, toccare e a cui volersi avvicinare:  l’Idroscalo diviene una “macchina” per la conoscenza del luogo e la riscoperta di attività ludiche e sportive legate alla tradizione del luogo stesso.  Gli usi collocati sia fuori che dentro l’edificio vogliono infatti coinvolgere il visitatore facendogli utilizzare una serie di dispositivi tecnologici e dinamici che permettono di attraversare l’edificio per raggiungere la natura in tutte le direzioni possibili. Si propone quindi un progetto che sia incentrato sulla ricerca di un connubio armonioso tra l’edificio e il luogo in cui esso è collocato, prendendo come paradigma il dialogo e lo scambio tra i due.

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[…] un sistema mutevole nel tempo in cui la struttura architettonica costituisce l’unica certezza in una “geografia” di elementi deboli, leggeri, talvolta impalpabili e disarticolati […]

F. Careri, Walkscapes

 

 

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